Perché ancora Shakespeare

urban

Il drammaturgo inglese William Shakespeare è morto da 400 anni e siamo ancora tutti qui a celebrarlo. Perché?

Non basterebbe un intero libro per rispondere a questa domanda. Andrebbe presa in rassegna tutta la letteratura mondiale. In realtà, basterebbe anche un romanzo a caso di uno scrittore qualsiasi per dimostrare quanto il teatro del Bardo sia stato la leva di tutta la letteratura degli anni successivi.

In realtà, basta ancora meno. Solo una parola può riassumere tutta l’importanza di Shakespeare: PERSONAGGI.

William Shakespeare ha creato personaggi, ha creato tipi, ha creato stereo-tipi che sono la base della letteratura successiva al suo teatro, ma anche e soprattutto personaggi eterni, che esistono anche nella vita reale. Perché l’amore puro di Romeo e Giulietta è quello che hanno vissuto, vivono e vivranno tante persone. Perché l’eterno dilemma di Amleto lo viviamo tutti, tutti i giorni. Perché dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, proprio come Macbeth, che senza la sua Lady non sarebbe stato nessuno. Perché la discriminazione razziale di cui è vittima l’ebreo Shylock è ancora viva oggi, più che mai.

Quando nel 2014 ho avuto la fortuna di partecipare alla I edizione dello Shakespeare Fest, rassegna di cortometraggi organizzata dal Globe Theatre di Roma, ho voluto raccontare proprio questo: nacque così il corto “Urban Shakespeare“, diretto da Antonio La Camera.

“Perché ancora Shakespeare?”. La risposta è tutti i giorni sotto i nostri occhi. Vedere per credere.

Urban Shakespeare (Antonio La Camera, 2014) sub eng from Antonio La Camera on Vimeo.

 

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